Portare l’olio in Giappone

Come cercare di penetrare in un mercato estero ed entrare in abitudini differenti rispetto a quelle del luogo di produzione. L’esempio di una campagna di comunicazione studiata ad hoc per avvicinare il consumatore ad un prodotto nuovo, verso il quale non ha ancora piena confidenza.

Entrare in qualsiasi mercato – andando al di la di quello interno, dove ha sede la propria azienda – significa dover possedere una conoscenza molto approfondita e il più possibile completa del mercato verso il quale si intendono esportare i propri prodotti.

Diventa pertanto fondamentale approfondire tale marca non solo in termini di profitto atteso, e quindi di marche presenti, di consumi e di livelli e posizionamenti di prezzo, ma soprattutto in termini di conoscenza del consumatore.

Per avere un successo commerciale più concreto, è necessario conoscere il più possibile tutti gli aspetti, le motivazioni, le aspettative che riguardano il consumatore. Tali aspetti vanno considerati in un ottica più estesa, più ampia e approfondita possibile.

Si tratta pertanto di esplorare i valori, consuetudini alimentari e tradizioni, cercando sempre di individuare ogni possibile punto in comune, ovvero il sottile legame che c’è tra l’olio ricavato dalle olive e gli alimenti, le culture e le abitudini alimentari di altri popoli. Tutto ciò non è lasciato al caso, ma risponde ad una logica ben precisa che ha senso tanto più quando si ha a che fare con prodotti di eccellenza.

Non si può pensare di introdurre un olio extravergine di oliva in un contesto in cui tale prodotto non è ancora popolare e culturalmente acquisito. Di qui il progetto di comunicazione realizzato assieme al fotografo Stefano Videtta, l’Agenzia Clicking ADV e il Copywriter Aldo Tankis. Si è partiti dalla Marca – nel caso specifico Guido1860 – per raggiungere la piena consapevolezza di ciò che si va a proporre, in modo che venga accolta ed accettata anche dal consumatore che non conosce o ha scarsa confidenza con il prodotto proposto.

Questo è sostenuto da una serie di ricerche sviluppate per cogliere le affinità tra i due Paesi, quello esportatore e quello importatore. C’è da osservare che l’Italia gode di una buona immagine, molto positiva, in Giappone.

Tutto ciò trae origine dall’alta considerazione che i giapponesi hanno per la storia dell’arte e della cultura, soprattutto per quanto è stato espresso nel periodo Classico e nel Rinascimento, ma anche per la storia legata alla grande tradizione gastronomica italiana che in Giappone trova grandissimi estimatori e, dall’altro, la stessa cucina giapponese, che ha radici e tradizioni parimenti importanti ed estremamente riconosciute e rispettate.

In Giappone, il solo fatto, per un prodotto alimentare, di essere targato “Made in Italy”, comunica loro emozioni, attese, sensazioni uniche e proprio da quei prodotti si aspettano una cura del dettaglio quasi maniacale.

Nello stesso tempo, il preponderante peso delle importazioni di oli extravergini di oliva da parte del Giappone suggerisce quanto vi siano consumatori propensi ad accogliere un alimento ed una tradizione culinaria diversa dalla loro. Facendo tesoro di tali considerazioni, la marca, in questo caso Guido1860, ha sentito il bisogno di supportare la penetrazione del mercato giapponese anche attraverso la comunicazione pubblicitaria.

Il brief sul quale l’agenzia Clicking ADV ha lavorato, ha richiesto un impegno volto a fondere, in un unico visual, le importanti tradizioni culinarie dei due Paesi, Italia e Giappone, utilizzando un linguaggio che facesse riferimento all’arte giapponese e fosse vicino agli stili alimentari di quella cultura, proponendo un’interazione non invasiva e rispettosa degli ingredienti tipicamente mediterranei in due piatti tipici giapponesi.

A seguire, a beneficio di quanti ci leggono, porto a conoscenza dei lettori di OOF International Magazine tale studio, presentando il risultato del lavoro dell’agenzia, con annessa la descrizione della tecnica fotografica a cura di Stefano Videtta, il quale attraverso il suo meticoloso lavoro, ha di fatto consentito di realizzare una campagna di comunicazione studiata su misura del consumatore giapponese.

FLYING FOOD

L’autore

Stefano Videtta

Stefano Videtta nato a torino il 13/02/69 , realizza immagini fotografiche dal 1995 collaborando con svariate aziende e agenzie pubblicitarie, portando particolare attenzione all’anima e alla personalità del prodotto, nel rispetto della strategia comunicativa condivisa.
Innamorato della fotografia classica e delle possibilità portate dal digitale e dalle tecniche di post produzione , cerca da sempre di fondere questi 2 mondi realizzando immagini di impatto. Fotografare è tradurre in immagine ciò che normalmente è percepito dai sensi e dai sentimenti .

Il progetto

Bozza di partenza

È indispensabile un progetto molto dettagliato di quello che dobbiamo ottenere. L’immagine finale sarà composta da centinaia di scatti realizzati tutti sullo stesso set , con la medesima luce e atmosfera che verranno in seguito fusi e all’occorrenza modellati , fra loro.

Chef Stefano Callegaro

Bisogna fare grande attenzione ai particolari nella preparazione del set (luci e atmosfere) e nella preparazione del food. Per questi scatti la collaborazione con lo chef Stefano Callegaro, che ha preparato e ideato le ricette, è stata fondamentale .

Composizione di base

Una volta realizzati tutti gli elementi che andranno a comporre l’immagine finale andremo a realizzare l’immagine di base che è quella che farà da
riferimento per tutta la composizione , nel nostro caso sarà il piatti con
bacchette e prodotti.

A questo punto andremo a scattare tutti i prodotti e gli elementi necessari alla composizione. Comporremo e modelleremo gli scatti realizzati cercando di rispettare quelle che sono le caratteristiche degli elementi, sarà pertanto importante fare precedentemente uno studi su come si comportano i diversi liquidi o creme utilizzati , in caso di caduta o di impatto con altri elementi al fine di creare l’effetto più realistico possibile.

Artwork finale

Una volta arrivati al file finale che, a questo punto, sarà composto da svariati livelli (nel caso della nostra immagine siamo arrivati a 76 livelli), consiglio, prima di chiudere il file, di fare un minuzioso controllo di tutta l’immagine a un ingrandimento del 200% per individuare eventuali errorini tecnici e sbavature che sicuramente ci saranno. Per accrescere l’effetto realistico, consiglio di applicare sempre un leggerissimo mosso agli elementi onde evitare quell’effetto statico un po’ fake.

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